La liturgia della Parola di oggi ci invita a riflettere sulla figura di Cristo come luce del mondo. Questa domenica è la domenica del cieco nato e come lui anche noi siamo invitati a passare dalla nostra cecità spirituale alla vista di Cristo che è la luce vera del mondo.
Un uomo senza speranza, condannato a passare tutta la sua vita chiedendo l’elemosina, agli occhi degli uomini non certo agli occhi di Dio. La presenza di Gesù, infatti, cambia tutto. Passando lo vide e questo vedere è una creazione nuova. L’uomo, nato cieco, non solo acquista la vista fisica, ma anche, e soprattutto, la vista della fede. La guarigione più bella non è quella esteriore, ma quella interiore. Anche qui, come nella esperienza della Samaritana, c’è un progresso nella fede.
La prima cosa che ci colpisce è la prontezza con cui obbedisce al comando del Signore, va a lavarti alla piscina di Siloe. Essendo nato cieco, non aveva mai visto Gesù in persona, ma il solo comando di Gesù gli basta per andare a lavarsi alla piscina. Che la piscina si chiami Siloe non è solo un dettaglio perché l’evangelista ci ricorda che significa “l’inviato”. Poteva esserci un inviato più grande di Gesù? Andare alla piscina di Siloe non significava andare verso la persona di Cristo e accoglierlo come luce della propria vita?
Infatti, l’esperienza del cieco nato è proprio questo. Ha avuto la guarigione dell’occhio esteriore, ma ha avuto un dono anche maggiore che era il dono della fede. La conclusione della sua esperienza sarà una professione di fede “credo, Signore” e la sua prostrazione, sarà segno di un abbandono totale in colui che è diventato la luce della sua vita.
In tutto questo episodio ci sono i farisei che si accaniscono contro Gesù. Non è un uomo di Dio, perché non osserva il sabato, sarà l’unica ragione per cui si mettono contro Gesù. C’è una chiusura totale del cuore nei confronti di Gesù e l’unica cosa che salta alla loro mente è quello di ammazzarlo perché sono in netta contrapposizione con lui. Non vogliono credere nella potenza di Gesù e si mettono contro di lui. Se questo brano rappresenta un invito ai catecumeni per riconoscere e professare che Gesù è il Cristo, per coloro che hanno ricevuto il battesimo diventa un’occasione per schierarsi da parte di Gesù e diventare i suoi testimoni e non essere come i farisei che non accettano la persona di Cristo.
Un uomo di nome Gesù, un profeta, uno che fa la volontà di Dio, un uomo di Dio: sono tutti termini che ci fanno capire come progredisce il cammino di fede del cieco nato. È la scoperta che questo uomo fa nella sua conoscenza di Gesù. Se ci facciamo caso, è anche la storia di ciascuno di noi. Anche noi facciamo fatica nel nostro cammino di fede e ci sono dei momenti dove c’è il buio totale. Ma la fatica nel credere deve diventare un motivo in più ad aggrapparsi alla grazia del Signore e chiedere che allontani da noi ogni chiusura nei suoi confronti.
Anche di fronte ai farisei, ostinati a non credere nella persona di Cristo, il cieco guarito diventa un testimone: un testimone talmente credibile che lo cacciano fuori. Eppure proprio questo essere cacciato fuori dal tempio, diventa l’occasione buona per una professione di fede piena.
Siamo sicuri che Dio è dove noi lo vogliamo incatenare oppure rompe con tutti i nostri schemi e si manifesta nei luoghi dove meno lo aspettiamo? L’esperienza del cieco nato è l’esperienza di ogni battezzato: c’è una fatica nel credere e difficilmente riusciamo ad arrivare ad una maturità nella fede soltanto con le nostre forze. Ci servirà sempre la grazia del Signore che ci accompagni a questa
maturità. Chiediamo che la luce dello Spirito ci guidi in questo nostro cammino e la misericordia del Padre ci sostenga sempre.
Buona domenica a tutti!
P. Sabu
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