XVII° DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

rete-e-pesciTre piccole parabole: tutte e tre iniziano in modo identico, “il regno dei cieli è simile a…”. C’è una domanda finale, a conclusione delle tre parabole: avete compreso tutte queste cose? Così si conclude il capitolo 13 di Matteo: il discorso delle parabole. Queste tre parabole sono esclusive all’evangelista Matteo. Il protagonista assoluto del brano è il Regno. Modi diversi per trovarlo, ma in ogni caso suscita gioia e stupore e proprio questa gioia diventa motivo di rinuncia per conquistarlo. Il tesoro nascosto, la perla preziosa e la rete ci parlano oggi di come si manifesta il Regno di Dio per noi e ci invita a guardare dentro di noi per capire se anche noi siamo in qualche modo protagonisti di questo Regno.

Il contadino che lavora la terra trova un tesoro, un incontro casuale: la gioia per averlo trovato è talmente grande che va, vende tutto ciò che ha e compra quel terreno. Arando con cura il terreno del nostro cuore anche noi abbiamo la possibilità di incontrare Dio. Le parole presenti in questa parabola, tesoro, andare, vendere, ci ricordano un altro brano del Vangelo: quello del giovane ricco. Gli aveva detto Gesù di andare, vendere e dare e poi seguire: il suo cuore però, è rimasto un terreno arido, pieno di rovi e se ne andò triste. Colui che trova il tesoro, nel brano del Vangelo di oggi, è pieno di gioia. Sono gioioso io, è gioiosa la comunità cristiana in cui vivo? Oppure tristezza e stanchezza mi accompagnano sempre? Se succede, vorrà dire che molto probabilmente non ho ancora trovato il Tesoro.

Il ricercatore delle perle è un intenditore: uno che nella sua vita ha imparato a riconoscere il valore delle cose. Ma anche per lui, la scoperta di questa perla preziosa è qualcosa di inatteso che suscita grande stupore. Capisce che questa perla è unica e vende tutto per acquistarla. Siamo ricercatori anche noi? Abbiamo trovato anche noi la perla preziosa oppure ci sentiamo stanchi e abbiamo lasciato perdere la ricerca? Il Regno di Dio può rivelarsi a noi anche come frutto di una ricerca accurata e questa ricerca deve continuare in ciascuno di noi. Ricordiamoci ciò che dice S. Agostino: Signore, ci hai creati per te e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te. Sapeva veramente cosa significava cercare Dio. Questa è anche la nostra strada: non è detto che ci incontriamo subito Dio nel nostro cammino, ma non bisogna mai lasciar perdere perché il Signore si fa trovare da coloro che lo cercano con cuore sincero.

La rete è emblematica: non esclude nessun pesce, ma c’è una scelta fatta dai pescatori. Possiamo dire che siamo pescati da Dio nel mare del mondo per fare di noi pescatori di uomini. La grazia di Dio pesca tutti noi, ma poi nella scelta saremo dei pesci buoni o cattivi? Non siamo noi a scegliere, ma gli angeli di Dio. Bisogna cercare di diventare dei pesci buoni e affidarci alla misericordia del Signore.

Per comprendere ciò che ci dice Gesù abbiamo bisogno di un cuore saggio ed intelligente che il re Salomone riceve dal Signore e di cui abbiamo il racconto nella prima lettura di oggi. Ma nonostante questo dono, negli ultimi anni della sua vita si era allontanato da Dio. Non bisogna mai smettere di cercare Dio, è una ricerca continua e in questo caso possiamo davvero dire che chi si ferma è perduto. E gli elementi che devono essere presenti in questa nostra ricerca sono proprio la gioia ed entusiasmo. Il Signore mette la gioia nel nostro cuore perché lo cerchiamo e ovviamente il nemico, il demonio,  fa di tutto per mettere la tristezza per farci desistere da questo cammino.

Entriamo nel segreto del nostro cuore e cerchiamo di capire se abbiamo questa gioia e chiediamo che il Signore non ci faccia mai mancare l’aiuto del suo Spirito in questa ricerca del vero Tesoro della nostra vita.

Buona domenica a tutti!

XIX° DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Amministratori, non padroni: la parola di Dio sembra invitarci ad avere un sano realismo nella nostra vita e seguendo il messaggio della domenica scorsa, ci esorta ad essere saggi, lasciando la stoltezza di questo mondo, nel nostro cammino di fede.

Il brano si apre con una parola di consolazione: Non temere, piccolo gregge. Ci vorrebbe ogni giorno una parola del genere per darci conforto e consolazione e forza per avere uno slancio per affrontare le nostre giornate concitate. Anche quando siamo in un periodo di ferie sembra che corriamo ancora di più del solito. E allora un ringraziamento al Signore per questa parola che ci consola.

Come si fa in questo mondo a farsi borse che non invecchiano e un tesoro sicuro nei cieli? Sembra impossibile. Siamo talmente presi dalle mille cose da fare nel nostro vivere quotidiano che non c’è tempo per pensare ad altre cose che non siano strettamente collegate con le preoccupazioni della vita terrena. Anche se è dato a noi il Regno non abbiamo tempo per pensare a questo dono. Un modo per pensare a tutte queste cose ce lo insegna il brano del Vangelo di oggi: pensare alla nostra realtà di essere amministratori della vita che il Signore ci ha donato e non pensare di essere padroni. Come amministratori siamo tutti chiamati a rendere conto, se fossimo padroni non ce ne sarebbe bisogno.

Ecco la realtà di ciascuno di noi. Anche se nella nostra vita di ogni giorno ci sembra che siamo noi i padroni e ci comportiamo come tali, il Signore oggi ci ricorda che siamo degli amministratori e come tali soggetti ad un rendiconto. A differenza degli amministratori terreni, non sappiamo quando ci verrà chiesto il conto della nostra vita ed ecco l’invito ad essere vigilanti e pronti sempre. Essere buoni amministratori che sono attenti al dono ricevuto dal loro padrone perché è un padrone che metterà gli amministratori a tavola e passerà a servirli. Quindi non un padrone che sfrutta i suoi amministratori, ma che li tiene in grande considerazione.

Che tipo di amministratori siamo? La risposta è responsabilità di ciascuno di noi. Se siamo amministratori prudenti e vigilanti bene per noi: possiamo andare avanti sereni nel nostro cammino. Se ci accorgiamo ad essere degli amministratori così così, è ora di cambiare perché non sappiamo né il giorno né l’ora.

C’è una frase in questo brano che non ci deve sfuggire: dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore. Non è semplicemente una frase ad effetto. Pensate com’è importante per ciascuno di noi. Dov’è il nostro cuore? Se ci fermiamo un attimo e esaminiamo dove va il nostro cuore possiamo capire tante cose della nostra vita. Il Signore è il miglior psicologo che c’è e come tale conosce bene come muove il cuore umano. Effettivamente dove si ferma il nostro cuore è dove abbiamo trovato il tesoro. Si ferma ai piaceri della terra? Il nostro tesoro è quello. Si ferma al potere, alla scienza, agli affetti o a qualsiasi altra cosa? Il nostro tesoro è lì. Bisognerebbe cercare  di capire questo movimento per scoprire che cosa consideriamo vero tesoro nella nostra vita.

Proviamo che il movimento del nostro cuore sia prima di tutto verso Dio e dopo per il nostro prossimo e cerchiamo di essere fedeli e costanti in questo movimento del cuore. Il nostro vero tesoro sia Dio  e il prossimo, per essere degli amministratori fedeli e vigilanti. Chiediamo che il Signore ci aiuti in questo nostro cammino e ci accompagni con l’aiuto del suo Spirito.

Buona domenica a tutti!

P. Sabu