XIX° DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

mano-migranteUn grido: Signore, salvami. Una professione di fede: Tu sei davvero Figlio di Dio. In mezzo una mano tesa e un rimprovero: uomo di poca fede, perché hai dubitato? Questo è lo scenario del Vangelo di oggi. Una preghiera da rivolgere al Signore professandolo come Figlio di Dio e cercando di superare la poca fede nel cammino della nostra vita di ogni giorno. Chiediamo che il Signore ci aiuti.

Era salito sul monte a pregare Gesù. Appena prima aveva avuto un’esperienza coinvolgente con la folla nella moltiplicazione dei pani e adesso costringe i discepoli di fare questa traversata. Prima i discepoli volevano mandare via la gente, ma adesso, dopo che hanno collaborato con Gesù per sfamare la gente, forse vogliono rimanere con loro. Arriva la tentazione: E’ bello per noi rimanere qui. Gesù fa il contrario: prima dà da mangiare alla gente e dopo si allontana. L’evangelista Giovanni ci dice un motivo importante per l’allontanamento dei discepoli: la folla voleva prendere Gesù per proclamarlo re; poteva fare molto comodo un re che moltiplica i pani e i pesci. Non solo allontana i discepoli da un’idea messianica pericolosa, ma egli stesso si allontana per evitare qualsiasi tipo di ambiguità.

Gesù che sale sul monte per pregare è un esempio per ogni discepolo: non per chiedere sempre qualche favore, ma soprattutto per rendere grazie a Dio che anche noi dobbiamo rivolgerci a lui. Passa tanto tempo conversando con il Padre tanto che raggiunge i discepoli soltanto sul finire della notte. Anche noi abbiamo bisogno di separarsi da tutto il resto per passare tempo in compagnia di Dio per avere energie necessarie per affrontare il mare tempestoso della nostra vita.

Senza Gesù sulla barca il cammino è sempre difficile e ne fanno esperienza anche i discepoli. Ma sono presi talmente tanto dalla fatica di remare in un mare in tempesta che non riescono a riconoscere il loro Maestro che si avvicina. Anche qui c’è la parola di Gesù che conforta i discepoli: Non abbiate paura. E’ un invito che rivolge a tutti noi oggi e tutte quelle volte in cui ci troviamo in un mare di guai e non sappiamo dove andare a sbattere la testa: sono io, coraggio ci ripete il Maestro.

L’esperienza di Pietro è significativa: prima fa un atto di fiducia nel suo Maestro e riesce a fare esattamente ciò che faceva Lui: cammina sul mare come Gesù. Sposta l’attenzione da Gesù e cambia tutto, si impaurisce e affonda. Qui c’è l’immagine più bella di tutto l’episodio: Gesù tende la mano, lo afferra e lo tira fuori dalle acque. Fiducia e fede prima, paura e dubbio dopo: è l’esperienza di Pietro. Ma è solo sua questa esperienza? Oppure tutti noi ne facciamo parte? Si arriva dopo ad affermare che lui sia veramente Figlio di Dio?

Il cammino della nostra fede assomiglia molte volte al cammino di Pietro. Bisogna seguire il Maestro sul monte per mettersi in contatto col Padre per avere le energie per affrontare il mare agitato della
nostra vita. Durante il cammino affidiamoci a lui perché ci tenda la sua mano per afferrarci e salvarci sempre. Anche se qualche volta ci rimprovera per la nostra poca fede, sa che nel profondo del nostro cuore lo riconosciamo davvero Figlio di Dio e unico capace di aiutarci sempre.

Chiediamo sempre la luce dello Spirito perché ci illumini e ci accompagni in questo cammino.

Buona domenica di tutti!