CORPUS DOMINI

Raffaellino Del Garbo - moltiplicazione dei pani e dei pesci da S.M. Maddalena De'PazziRadunarsi attorno ad una tavola per mangiare insieme è un atto umano molto semplice e quotidiano che ha molti significati in tutte le culture e in tutte le religioni. E’ un atto molto antico che rievoca anche la solidarietà e comunione tra le persone. Questo gesto semplice acquista un significato molto più profondo nel cuore di Dio e viene affidato a ciascuno di noi come segno del Suo grande amore per noi.
S. Paolo ci ricorda che ogni volta che mangiamo questo pane e beviamo a questo calice annunciamo la morte del Signore. E’ un invito per essere coscienti che il sacrificio del Cristo è ciò che ci ha fatto guadagnare la salvezza e la nostra redenzione è acquistata a caro prezzo. Essere consapevoli della preziosità del sacrificio del Cristo per vivere quotidianamente nel Suo amore fino al giorno della Sua venuta. Il ricordo del sacrificio del Cristo ci rende consapevoli che anche noi siamo chiamati a seguire la Sua strada e i sacrifici della nostra vita hanno una dimensione salvifica e non saranno mai capaci di distoglierci da questo sguardo salvifico sulla nostra vita.

La moltiplicazione dei pani e dei pesci di cui abbiamo il racconto nella pagina evangelica, ci ricorda un’altra dimensione importante del nostro essere discepoli. Non basta guardare al Signore e al Suo potere di compiere i miracoli ed esserne beneficiari, ma bisogna essere anche capaci di aprire il nostro cuore e mettere a disposizione del Signore quel poco che abbiamo nella nostra vita. Bisogna dare a Lui la possibilità di compiere i miracoli anche nel mondo di oggi. Le Sue mani tese verso il bisognoso sono le nostre mani oggi. Alla base del miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci c’è la buona volontà dei discepoli che hanno messo a disposizione di Gesù il poco che avevano, consapevoli che non sarebbe comunque bastato per tutta quella gente. Ma unita alla grazia del Signore, questa disponibilità diventa capace di un grande miracolo.

Ci sembrerà sempre che non basterà mai quel che facciamo per risolvere i problemi attorno a noi nonostante la nostra buona volontà. Però bisogna sempre pensare che le mani del Signore per gli altri siamo noi e non ha altre possibilità per andare incontro al fratello bisognoso. In fondo non siamo noi che compiamo il miracolo, è sempre Lui. Bisogna sempre cercare di crescere attorno alla mensa del Signore che ci rende capaci ad essere disponibili nei confronti degli altri.  Dio si offre a noi nel pane, si spezza per noi e a nostra volta siamo chiamati ad essere pane spezzato per la vita degli altri. Tutti noi che ci comunichiamo al Pane del Cielo siamo chiamati a diventare pane per gli altri. D’altra parte non ci servirebbe a nulla prendere parte del Banchetto del Signore se poi non abbiamo la volontà di metterci in gioco per gli altri.

La sfida che questa festa odierna lancia a noi è proprio questa: misurarci con la misura del Cristo. E’ facile sedersi al tavolo del Signore e pregare che ci nutra con il suo corpo, ma non è altrettanto facile essere noi il pane per gli altri. Speriamo che la festa che stiamo celebrando ci renda meno egoisti anche nel nostro cammino di fede, ci renda capaci di spenderci per gli altri per essere veri discepoli del Pane offerto per noi sulla croce. Che lo Spirito del Padre ci aiuti in questo nostro cammino.

Buona domenica a tutti!

P. Sabu