IV° DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Beati, Beati, Beati. Un grido di gioia di Gesù che sembra non conoscere confini e siamo contenti ad ascoltarlo. Ma chi sono questi beati? I poveri, gli afflitti, i miti, i misericordiosi, quelli che hanno fame e sete della giustizia? Signore, non scherziamo! Ma come fanno ad essere beati queste persone, non hanno nulla e non sono nulla, né potere, né soldi né null’altro. Potrebbe trattarsi di un’esclamazione molto affrettata? Hai valutato bene le parole? Eppure sei tu che parli, la Parola di Dio fatta carne, come puoi sbagliare? E allora mi metto in ascolto e chiedo che il tuo Spirito mi assista.

Sale sul monte, Gesù. Per la cultura semitica, il monte è luogo d’incontro con Dio: pensate all’esperienza di Mosè, del profeta Elia! Sul monte approfondiscono il loro rapporto con Dio. Gesù lascia la pianura e questo ci dice che sta per succedere qualcosa di importante. Lascia la normalità per dirci di prestare attenzione a quanto dirà. Sale sul monte come Mosè che ha avuto da Dio la legge. Sarà Gesù che compie in sé tutte le leggi e i profeti.

I discepoli si avvicinano a Gesù e sono attorno a lui, ma c’è anche la folla che lo ascolta e questa folla che vediamo all’inizio del discorso della montagna al capitolo 5 concluderà con il loro stupore tutto il discorso alla fine del capitolo 7. Lo ascoltano con stupore proprio perché insegnava come uno che ha autorità. Gesù inizia il suo discorso e tutti attenti ad ascoltarlo.

Le parole di Gesù non sono legge, ma Vangelo cioè buona notizia ed è con questo stupore che dobbiamo ascoltare queste parole. Non solo, al centro del discorso delle beatitudini c’è la sua persona. Gesù è colui che ha vissuto in modo pieno le beatitudini e in lui crocifisso e risorto si compiono tutte. La prima parte di tutte le beatitudini, poveri, afflitti, operatori di pace, miti ecc. trovano il loro compimento in Gesù crocifisso e la seconda parte di tutte le beatitudini, di essi il regno di Dio, saranno consolati, saranno chiamati figli di Dio ecc. trovano il loro compimento in Gesù risorto.

Quindi, le beatitudini non sono delle leggi morali che Gesù ha lasciato ai suoi discepoli, ma sono un invito ad accogliere la persona di Gesù Cristo nella nostra vita e misurare e confrontare la nostra vita con lui. Ecco allora le beatitudini non ci spaventano più, ma ci ricordano di vivere quotidianamente il nostro battesimo. Infatti le beatitudini sono considerate anche come una catechesi battesimale per il discepolo.

Come veri discepoli del Signore anche noi siamo chiamati a vivere le beatitudini nella nostra vita senza paura e con entusiasmo. Saranno sempre un punto interrogativo sul nostro cammino, continueranno a scandalizzarci perché fanno violenza al nostro modo di agire e di pensare, ma va bene perché non siamo noi al centro, ma Gesù. Quando la strada si fa dura abbiamo il Cristo, crocifisso e risorto a cui guardare ed essere consolati ed incoraggiati.

Chiediamo che ci aiuti la grazia del Padre e la luce dello Spirito ci guidi.

Buona domenica a tutti!

P. Sabu