XIII° DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

I grandi maestri dlibertài spirito hanno avuto sempre dei discepoli che li seguivano assiduamente ed è un’esperienza presente un po’ in tutte le religioni. Anche nella prima lettura abbiamo un episodio di questo genere; Elia che sceglie Eliseo. I cristiani sono discepoli dell’unico Maestro che è Cristo e oggi la Parola di Dio ci invita a riflettere sulla qualità del nostro essere discepoli.

Il brano del Vangelo ci presenta dei personaggi che potrebbero assomigliare  a ciascuno di noi. Tutti sono potenziali discepoli. Il primo dice “Ti seguirò ovunque tu vada” e Gesù: “Il figlio dell’uomo non ha dove posare il capo”. Non sappiamo se si sarà scoraggiato quel tale oppure nonostante tutto abbia seguito Gesù.

Al secondo, è Gesù stesso che fa l’invito: “Seguimi”, e lui risponde chiedendo il permesso di andare a seppellire suo padre. Ma l’invito di Dio non può attendere, deve avere la precedenza e la priorità assoluta. “Lascia che i morti seppelliscano i morti” è la risposta.  Anche in questo caso non sappiamo se quel tale è andato dietro a Gesù.

Il terzo si propone dichiarando la volontà di seguire Gesù, ma anche qui c’è qualcosa che lo tira indietro: “lascia che io mi congedi da quelli di casa”. La risposta è prontissima, non si può mettere mano all’aratro e guardare indietro se vuoi far parte del Regno. Dove sarà andato il terzo non si sa, ma avrà almeno capito che il Regno non è la seconda scelta, ma decisamente la prima?

Ci inseriamo anche noi in questo quadro e ci domandiamo com’è la nostra decisione di seguire Gesù. Dio viene seguito solo quando ci conviene, quando ci fa comodo, quando non abbiamo null’altro da fare, quando c’è da chiedergli qualche favore oppure diventa una scelta di vita? Immaginate lo sfondo delle parole di Gesù: prese la ferma decisione di andare verso Gerusalemme. Non ci andava per una festa, ma per lasciarsi inchiodare sulla croce e i suoi discepoli lo sapevano e forse erano anche un po’ terrorizzati dall’idea. In questo cammino Gesù cerca i discepoli perché con la loro vita possano portare avanti il progetto di salvezza per gli uomini.

Ricordiamoci che la Sua è sempre una proposta e oggi San Paolo ce lo dice chiaramente:
, libertà dei figli di Dio riscattati dalla schiavitù del peccato. E in questa libertà diventa determinante la nostra scelta di seguire Cristo. Ciò che deve entrare nel nostro cuore è che stiamo seguendo non una dottrina, ma una persona, la persona di Gesù Cristo. Solo in quest’ottica abbiamo chiaro il nostro cammino. Soltanto quando si vuole veramente bene ad una persona, si è pronti a tutto perché quella persona viene prima di tutto.

Forse Dio non è ancora diventato tutto per la nostra vita e ne risente tutto il nostro cammino di fede. Ma anche qui Dio non ci abbandona. La sua misericordia ci sostiene e ci aiuta a riprendere il cammino. Bisogna davvero ringraziare il Signore per questo Suo amore per noi.

Non scoraggiamoci di fronte alle difficoltà sul cammino cristiano della vita. Chiediamo che lo Spirito del Padre ci aiuti e ci renda capaci di essere sempre più i suoi veri discepoli. Discepoli capaci di essere testimoni della misericordia perché riconoscenti della misericordia di Dio ricevuta.

Buona domenica a tutti!

P. Sabu