XXVII° DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

semedisenapeQuanto un granello di senape: è la misura di fede che il Signore chiede a noi. La parola di Dio ci interroga e ci invita a pensare alla fede che ognuno di noi ha. Forse la prima cosa da fare di fronte a questa parola è proprio quella di chiedere al Signore, come hanno fatto i suoi discepoli, di aumentare la nostra fede.

Alla base della nostra religione c’è la fede. Come dice bene papa Benedetto XVI, alle volte noi prendiamo per scontato che la religione e fede siano la stessa identica cosa, ma ciò è vero solo in maniera limitata.

Porta due esempi: l’Antico Testamento e la religiosità romana. Il primo si presenta complessivamente sotto l’aspetto della legge piuttosto che quello della fede. Si da primariamente un assetto di vita in cui per altro la fede acquista importanza sempre maggiore. Nella seconda, la religione è un sistema  di riti per cui, l’importante non è la fede, ma la minuziosa osservanza delle cerimonie.

Per il cristiano invece la fede è fondamentale: è la fede nella persona di Gesù che cambia la sua vita. Un’adesione incondizionata alla volontà di Gesù che lo mette in cammino insieme con i suoi fratelli che condividono la stessa adesione. Ecco perché questo granello di senape diventa importante. Il nostro essere discepoli non si manifesta con un’osservanza perfetta, ma soltanto esteriore, di un insieme di cerimonie. La stessa celebrazione eucaristica, massima espressione del nostro ringraziamento al Padre, perderebbe significato se alla base della celebrazione non ci fosse la fede che ci fa stare davanti al Signore. Saremmo tutti degli attori. Come dice san Giovanni nella sua prima lettera, la nostra fede è la vittoria che ha sconfitto il mondo.

Diventa fondamentale per noi l’appello che tutta la parola di Dio oggi ci rivolge: Il giusto vivrà per la sua fede, ci ricorda la prima lettura. Per vivere la nostra fede abbiamo bisogno di ascoltare la voce del Maestro ed è l’esortazione del salmo: Ascoltate oggi la voce del Signore. Per ascoltare non basta avere le orecchie aperte, ci vuole soprattutto un cuore aperto. San Paolo esorta suo discepolo Timoteo di Non vergognarsi di dare la testimonianza al Signore e di custodire il dono prezioso della fede mediante lo Spirito Santo: proprio ciò che siamo chiamati a fare nel mondo di oggi.

Viviamo in un mondo che sfida il nostro cammino di fede e molte volte vediamo in noi stessi quei cristiani che non hanno il coraggio di testimoniare la propria fede. L’esortazione della parola di Dio è proprio quello di ricordarsi che a noi è stato dato lo Spirito di forza, di carità e di prudenza. Questo Spirito ci aiuta in questo cammino della nostra vita e ci rende capaci di testimoniare il nostro amore per il Signore.

Bisogna rinnovare ogni giorno l’impegno cristiano della nostra vita e chiedere che il Signore ci stia vicino sempre e che diventi la ricompensa più grande della nostra vita. Con lui accanto la strada diventa percorribile. Facciamo nostra la supplica degli apostoli: “Signore, aumenta la nostra fede”. Che lo Spirito del Padre ci illumini e la sua misericordia ci accompagni sempre.

Buona domenica a tutti!

P. Sabu