XXII° DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

ostacoliGrande professione di fede da una parte e l’assenza della fede dall’altra. Se Pietro ci rappresenta nel cammino di fede, queste due realtà, così palesemente evidenti nella vita del Primo degli apostoli, sono presenti anche nel nostro. Momenti di grande euforia in cui la professione di fede sembra la cosa più semplice e normale che ci sia salvo poi lasciar spazio ai momenti in cui c’è solo il buio e l’assenza della fede.

Avevamo lasciato Pietro a Cesarea di Filippo dove, dopo la grande professione, si sentiva chiamato Beato da Gesù. Oggi ritroviamo questo apostolo che si mette fra Gesù e il suo destino e si sente chiamato dal Signore, Satana. A pensarci bene il cammino di ciascun discepolo è un cammino tra questi due poli: essere beati ed essere satana. Bisogna fare di tutto per allontanarsi dall’essere satana ed avvicinarsi all’essere beato. Perché Pietro passa dalla beatitudine  all’essere chiamato satana? Perché passa dalla fede in Gesù alla mancanza di fede. Il tentativo di Pietro, di fronte all’annuncio della passione da parte di Gesù, è di creare una salvezza a modo suo e non secondo il piano di Dio.

Ecco allora l’invito di Gesù di mettersi dietro a lui. Camminare sulle orme del Maestro darà a Pietro la forza di andare avanti nel suo cammino di fede. La fedeltà agli insegnamenti del Maestro sarà la via che porterà alla beatitudine della salvezza. E questa fedeltà si dimostra anche nell’accettare la croce e le sofferenze per il Maestro. Non si va alla gloria della risurrezione se non attraverso la croce.

Un grande esempio dell’accettazione della sofferenza per portare avanti il progetto di Dio ce lo fa vedere il profeta Geremia nella prima lettura.  Il profeta era diventato oggetto di derisione, la parola del Signore era diventata causa di vergogna per lui. Soffre talmente tanto che decide di non parlare in nome di Dio. Ma sente la parola come un fuoco imprigionato nelle sue ossa e non può non parlare nel nome di Dio. La bellezza di questa parola è notevole. Geremia si lascia sedurre dalla Parola di Dio e quindi porta avanti il progetto di salvezza che Dio ha per il suo popolo. E’ proprio un mettersi dietro e seguire la Parola. Le sofferenze non lo fermano, ma diventano ancora di più motivo d’orgoglio per il profeta.

Pensare secondo Dio e non secondo gli uomini è chiaramente il messaggio che ci viene dalla parola di Dio. La saldezza nella fede diventa fattibile per noi se riusciamo a metterci dietro a Gesù e seguirlo. Prendere la croce ogni giorno diventerà possibile se seguiamo Colui che ha portato per primo la croce e ci ha preceduto. Guardiamo a Pietro e a Geremia: ci insegnano tante cose. Nessuno dei due va scartato perché ci assomigliano molto. La tentazione di lasciar perdere ci può essere, ma il tentativo di rimanere fedeli sarà l’impegno quotidiano da portare avanti. Anche quando ci sono momenti bui in cui vacillerà la fede, l’invito di seguire il Maestro deve risuonare nel nostro cuore.

Chiediamo che il Signore ci aiuti con la sua misericordia, ci illumini con la luce del Suo Spirito perché possiamo seguire il nostro Maestro tutti i giorni della nostra vita.

Buona domenica a tutti!