VIII° DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

gigli del campo

Questa domenica è chiamata “domenica del Padre provvido” perché ci parla della cura che Dio ha nei confronti di ciascuno di noi e ci invita ad aver fiducia in questo Padre. L’immagine con cui si apre la Parola di Dio di oggi è un’immagine tenerissima: una madre che stringe a sé il suo bambino. E Dio chiede attraverso il profeta: “Può una donna dimenticare il suo bambino?… io invece non ti dimenticherò mai”. Sentiamoci tra le braccia di Dio e ringraziamolo per la sua tenerezza per noi e guardiamo a ciò che ci dice con la sua Parola.

Chi serviamo nella nostra vita, Dio o tutto ciò che non è Dio? E’ una domanda fondamentale perché ci fa capire da che parte siamo. Magari ci professiamo cristiani, abbiamo anche degli atteggiamenti, sia nei confronti di Dio che nei confronti del prossimo, che giudichiamo abbastanza cristiani, facciamo il nostro meglio nella vita di ogni giorno. Ma sostanzialmente continuiamo ad aver fiducia nelle cose materiali oppure c’è Dio al primo posto nella nostra vita? Possiamo vedere che in tutti i progetti che facciamo nella nostra vita molte volte Dio è messo da parte e nonostante il nostro desiderio e la nostra buona volontà Dio sembra non aver posto o comunque non nella maniera che ci dice Gesù oggi.

Odierà .. Amerà, Si affezionerà .. disprezzerà: questo è ciò che Gesù ci mette davanti. Non ci sono vie di mezzo. Non possiamo essere cristiani per un po’ di tempo e poi fare ciò che ci pare e piace oppure stare con Dio in alcuni momenti della nostra vita e negli altri essergli lontano. Gesù ci mette davanti ad una scelta di vita. Sta a noi confermare i nostri atteggiamenti da cristiani ed accogliere la cura del Padre nel nostro cammino.

Gli esempi che Gesù prende dalla vita quotidiana sono bellissimi: gli uccelli del cielo e i gigli del campo. Dice ai suoi discepoli che è il Padre Celeste che si prende cura di loro perché si affidano a lui. Non è che siano liberi da qualsiasi pericolo e che non affrontino difficoltà per trovare il cibo o rifugio, ma nella Sua provvidenza, il Padre celeste li custodisce. Mette a confronto il giglio del campo con il re Salomone e dice che il giglio, vestito da Dio, ha più splendore di Salomone che aveva tutta la gloria terrena nella sua vita.

Bisogna prendersi un bel respiro profondo e lasciarci stupire dalla bellezza di questa parola. Avere fiducia nella provvidenza del Padre non vuol dire essere fannulloni aspettando che piovi dal cielo tutto ciò che ci occorre. Vuol dire piuttosto fare tutto ciò che è nelle nostre possibilità perché il grande dono della vita che ci ha donato sia vissuto in modo pieno, ma senza per questo crederci padreterni e comportarci come se fossimo noi padroni della nostra vita.

L’invito della Parola è di essere coscienti della nostra dignità: Non valete più degli uccelli del cielo .. non farà molto di più per voi che per i gigli del campo? Veramente valiamo molto di più, ma non ne siamo consapevoli e sono l’affanno e le preoccupazioni che dominano la nostra vita. Che cosa è che ci manca? Ancora è Gesù che parla: gente di poca fede ci chiama oggi. Ci offendiamo? Meglio, vuol dire che in qualche modo la Parola riesce a creare qualche sussulto in noi. Sarebbe peggio se non suscitasse nulla nel nostro cuore.

Rinnoviamo ancora una volta la nostra fede e fiducia in Dio Padre. Chiediamo che nonostante le nostre difficoltà, il Signore ci accompagni con la sua grazia e nella nostra incredulità non ci abbandoni, ma ci offra il suo perdono e ci renda capaci di riprendere il cammino.

Buona domenica a tutti!
P. Sabu

IV° DOMENICA DI AVVENTO

sogno-di-giuseppeSiamo alla quarta domenica di Avvento e viene chiamata la domenica di San Giuseppe. Infatti abbiamo questo grande santo come protagonista nella pagina del Vangelo di oggi. Qualcuno chiama questo episodio del Vangelo di Matteo “Annunciazione a Giuseppe”, in parallelo all’annunciazione a Maria riportata da Luca, per sottolineare l’importanza della rivelazione del progetto di Dio a Giuseppe.
Giuseppe ha un ruolo molto importante nella storia della salvezza dopo Maria perché è stato colui che ha fatto da padre legale per Dio che si è incarnato. La genealogia di Gesù che precede il brano che abbiamo letto oggi, manifesta come la discendenza di Davide si realizza per Gesù attraverso San Giuseppe. Anche le profezie sul germoglio di Iesse che spunterà per portare la salvezza all’umanità si avverano così.
Comunque, far parte di questo grande progetto di salvezza per gli uomini, non è stato compito facile per Giuseppe come per il resto a Maria. Lui aveva un progetto suo per la propria vita. Con sua moglie (gli ebrei consideravano moglie a tutti gli effetti la ragazza che ha fatto il contratto matrimoniale con un uomo senza che i due abbiano iniziato la coabitazione) voleva costruirsi una famiglia, ma l’intervento di Dio cambia radicalmente questi sogni.
L’amore per la sua sposa non gli permette di ripudiarla pubblicamente perché in questo modo l’avrebbe esposta alla pena della lapidazione come adultera. Ecco allora il piano di ripudiarla nel segreto essendo lui un uomo giusto che rispettava la legge. Ma quando Dio rivela il suo piano e lo rassicura, Giuseppe mette da parte i suoi sogni e decide di far parte di un sogno più grande, quello di Dio per salvare tutta l’umanità per mezzo del Suo Figlio.
Giuseppe è un sognatore, come lo era il patriarca Giuseppe. Ma è un sognatore che sogna con Dio e fa di tutto perché il sogno di Dio si realizzi nella sua vita. Dio dice di non temere e lui, svegliatosi dal sonno, fa ciò che gli aveva detto Dio. Diventa un modello di vita per ciascuno di noi: sia per la sua laboriosità perché così ha mantenuto la sua famiglia composta da Gesù e Maria, ma anche per il suo amore verso Maria, che lo spinge ad accoglierla in casa sua ed a mettersi al servizio del progetto di Dio lasciando da parte i propri progetti.
Impariamo a sognare anche noi con i sogni di Dio. E’ nel segreto dell’anima che Dio rivela il suo desiderio a ciascuno di noi. Bisogna aver fiducia in Lui. Accogliere il sogno di Dio non significa non avere delle difficoltà nel cammino della vita e della fede. Piuttosto ci insegna a vedere le cose con gli occhi di Dio e cambiare sostanzialmente le prospettive e gli atteggiamenti.
Oggi san Giuseppe ci invita ad anteporre l’amore di Dio e del prossimo e lasciarci contagiare da questo flusso di amore che ci riempirà di gioia se saremo capaci ad accoglierlo. Il Natale che stiamo per celebrare deve essere l’esplosione della gioia di Dio nel nostro cuore e nel cuore delle nostre famiglie. In questi giorni che ci separano dal Natale il Signore renda il nostro cuore gioioso e l’intercessione di San Giuseppe ci aiuti ad accettare serenamente il disegno di amore che Dio ha per noi.

Buona domenica a tutti!

P. Sabu