XXI° DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

bambini-mano-alzataChi dite che io sia? Una domanda seria rivolta a noi oggi come ai discepoli allora e che meriterebbe una risposta seria da parte di ciascuno di noi. Non solo, bisogna ricordarsi che dalla risposta a questa domanda dipenderà il cammino della nostra fede.

Gesù è nel territorio pagano e chiede ai suoi discepoli ciò che hanno sentito dalla gente su di lui. Non è che cerchi l’indice di gradimento della gente, ma gli serve per preparare la domanda cruciale per i discepoli. Riportano le più disparate opinioni della gente. La cosa curiosa da notare è che tutti i personaggi a cui fa riferimento la gente sono morti: Battista, Elia, Geremia. Nasconde in qualche modo anche la venerazione che avevano verso questi personaggi. La morte ingiusta del Battista, Elia che è stato rapito in cielo su un carro di fuoco, Geremia ucciso misteriosamente nell’esilio egiziano sono tutti personaggi cari alla gente. Anche l’affermazione, uno dei profeti, dimostra il desiderio di vedere in Gesù un grande profeta che parla in nome di Dio. Quindi queste opinioni sono importanti in qualche modo.

Ma nel seguire Gesù, attaccarsi alla tradizione non serve, bisogna cogliere la novità. L’attaccamento alla tradizione umana è il lievito dei farisei e degli scribi da cui Gesù vuole liberare i suoi discepoli. Ecco allora la seconda domanda che invita ad entrare nel proprio cuore e scoprire il posto di Dio in ciascuno di noi. E’ un invito a cogliere la novità di Gesù lasciando da parte la nostalgia della tradizione degli uomini.

Chi dite che io sia? Non si può rispondere a questa domanda se non si è mossi dal Padre. Gesù lo dice chiaramente a Pietro: né carne né sangue … ma il Padre mio. S. Paolo ce lo dirà con altre parole: infatti, dice che nessuno può chiamare Gesù Signore se non sotto l’azione dello Spirito Santo. Pietro pensava di aver detto un qualcosa di grandioso su Gesù e aveva ragione, ma in quella risposta aveva poco di suo perché è ispirata dal Padre e solo coloro che si mettono sotto la sua azione possono rispondere veramente a questa domanda.

“Chi dite che io sia?” viene domandato a ciascuno di noi oggi. Come rispondiamo? Viviamo in un mondo dove la religiosità e la fede vengono vissuti da ognuno un po’ a modo suo. Ognuno si fa una fede a proprio uso e consumo. Vogliamo appiccicare a Dio le qualità che vorremmo vedere in lui. Nelle varie risposte su Gesù, tra l’altro, la gente faceva capire che cos’è che a ciascuno di loro piaceva di lui. Così facciamo anche noi oggi. Ci piace qualche aspetto della persona di Gesù dimenticando di prenderlo nella sua totalità. Chi di noi non vorrebbe un Dio che moltiplica i pani e pesci o cammina sul mare o guarisce ogni tipo le malattia, scaccia i demoni ecc! Ma quanti di noi poi sarebbero capaci di seguirlo sulla strada della croce, sulla strada dell’umiliazione. La novità che Gesù porta per noi comporta anche la croce, non possiamo accettare Gesù senza accettare la sua croce. Altrimenti saremo come gli scribi e dei farisei, attaccati alla tradizione degli uomini tanto da ignorare la Buona Notizia che Gesù porta.

Se il figlio è colui che assomiglia al padre nel comportamento, così pensavano i contemporanei di Gesù, ciò che ha detto Pietro su Gesù è davvero importante. Ma è importante anche per noi. Essere figli adottivi di Dio per chiamata, significa impegnarsi ad assomigliargli sempre di più. Ecco, dove ci porta il cammino dietro a Gesù. Bisogna accoglierlo per quello che è veramente e non fare di lui un distributore automatico delle grazie e favori di cui abbiamo bisogno. Sappiamo che non è facile questo cammino, ma bisogna rispondere alla domanda di Gesù con la mano sul cuore. Lui ci guarda con i suoi occhi di tenerezza e bisogna incrociare il suo sguardo per lasciarci travolgere dal suo amore.

Chiediamo che lo Spirito ci assista in questo cammino e ci sostenga la misericordia del Padre.

Buona domenica a tutti!