XX° DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

fuocoIl profeta è sempre stato un segno di fronte agli uomini. Un uomo che parla in nome di Dio ma che subisce sulla propria pelle le conseguenze di essere la voce di Dio per gli uomini. La prima lettura ci presenta questa realtà del profeta Geremia che viene gettato nella cisterna perché qualcuno non digeriva le sue parole che in fondo non erano sue ma di Dio e di conseguenza, rifiutando le parole del profeta avevano rifiutato Dio stesso.

La sorte di Gesù non è diversa da quella di tutti i profeti. Oggi ci sono dei passaggi del brano del Vangelo che ci fa rimanere perplessi: portare il fuoco, ricevere un battesimo e portare la divisione. Non sono parole semplici da capire e digerire per cui prima di tutto chiediamo l’aiuto dello Spirito rinnovando la preghiera che abbiamo rivolto al Signore con l’acclamazione al Vangelo: Apri, Signore il nostro cuore e comprenderemo le parole del Figlio Tuo.

Sono venuto a portare il fuoco sulla terra: sono le parole che Gesù rivolge ai suoi discepoli. Qual è questo fuoco che egli porta? Ricordiamoci le parole del Battista quando parlava di colui che doveva venire: “io vi battezzo con acqua, ma colui che viene dietro a me vi battezzerà con Spirito e fuoco”. Nella terminologia biblica lo Spirito Santo e il Fuoco sono la stessa cosa, si dice che lo Spirito Santo è il Fuoco divino e il Fuoco divino è lo Spirito Santo. Quindi il fuoco che Gesù porta è il fuoco dell’amore divino e il suo grande desiderio è che questo fuoco sia acceso sempre nel cuore degli uomini e che contagi tutti quelli che vengono a contatto con loro. Come discepoli del Signore anche noi dobbiamo pregare perché questo fuoco sia sempre acceso nei nostri cuori.

Un battesimo da ricevere non è un battesimo diverso da quello che ha ricevuto Gesù: casomai è il compimento della consacrazione ricevuto al fiume Giordano. Tutta la vita di Gesù, dal Giordano al Calvario, è un vivere continuo della volontà del Padre. Il culmine di questo cammino è il dono della propria vita per la salvezza dell’umanità sulla croce . Si compirà pienamente con la risurrezione, ma il desiderio di Gesù è talmente profondo che diventa quasi un’angoscia per lui. Questo battesimo si deve compiere anche in ogni discepolo: il piano di salvezza per l’uomo coinvolge tutti i discepoli. Unito con Cristo il discepolo diventa capace di dare la propria vita per gli altri ogni giorno.

Può la fede in Cristo portare divisione? Stiamo parlando di uno che, quando nacque, gli angeli cantarono: “pace in terra agli uomini di buona volontà”. Disse ai suoi discepoli: “imparate da me che sono mite ed umile di cuore” e “vi do la mia pace, non come la da il mondo. Nell’ultima cena aveva pregato perché i suoi discepoli e lui siano una cosa sola come lui e il Padre sono una cosa sola. E’ difficile immaginare che sia venuto a portare la divisione. Eppure la scelta di Gesù comporta divisione. La storia ci dice che c’è sempre stata questa divisione anche all’interno delle stesse famiglie. Con lui non ci sono compromessi: o con lui o contro di lui. Bisogna sempre ricordarsi che la divisione in questo caso non dipende da lui, ma da noi. Per sceglierlo bisogna aver coraggio e questo coraggio si paga.

Noi chiediamo che la scelta di Gesù ci metta in comunione con gli altri e insieme con gli altri fratelli e sorelle nella fede possiamo camminare sereni nella nostra vita. Preghiamo perché lo Spirito d’amore che lui è venuto a portare sulla terra arda nei nostri cuori e ci renda testimoni fedeli del suo amore.

Buona domenica a tutti!

P. Sabu