XIV° DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Giovani_in_CamminoIl Vangelo ci parla della missione che Gesù affida ai suoi discepoli. Quando Gesù manda i settantadue la prima cosa che gli ricorda è il dovere di pregare perché il Signore della messe mandi operai nella sua messe. Dunque il primo dovere come cristiani, come persone che testimoniano la loro fede nel Signore, è di pregare perché non manchino gli operai per il Regno dei cieli. Ovviamente il nostro dovere non si riduce solo alla preghiera perché ognuno di noi è chiamato e mandato ad annunciare il Regno soprattutto con la testimonianza della sua vita.

Il Signore è cosciente del pericolo al quale vanno incontro i suoi messaggeri e dice a loro che li manda come agnelli in mezzo a lupi. Non è molto confortante questa immagine perché si sa che fine fa un agnello in mezzo a lupi, ma la promessa che Gesù ha fatto ai suoi discepoli prima dell’Ascensione continua a confortare loro anche in quelle situazioni:Io sono con voi fino alla fine dei secoli. Non una promessa rimasta a parole, ma realizzata nell’Eucarestia dove è realmente presente per essere il miglior compagno di viaggio per ciascuno di noi. Con la sua presenza ci dice che siamo chiamati a continuare la Sua opera e non ci lascerà mai soli.

Ogni cristiano è per vocazione un messaggero di pace e Gesù nel mandare i settantadue ricorda questa realtà dicendogli che il primo augurio che loro devono dare agli altri è quello della pace. In un mondo dove ogni giorno ci attendono notizie che parlano delle violenze e delle guerre sarebbe bello che ogni discepolo del Signore  si ricordasse di essere messaggero di pace.

Quando si va con il Signore per annunciare il Regno i risultati si vedono. Ecco ciò che hanno sperimentato i settantadue. E tornano dalla loro missione pieni di entusiasmo e raccontano a Gesù le loro esperienze. Ciò che stupisce i discepoli è il fatto che anche i demoni si sottomettono a loro nel nome del loro Maestro. Non di poco conto questa nota:Nel tuo nome. Il vero discepolo è colui che non  perde questo punto di vista: avere sempre come punto di riferimento il Maestro. Infatti i discepoli sono mandati non per annunciare il loro messaggio, non sono mandati a parlare in nome loro, ma la loro missione sarà una missione vera quando sapranno trasmettere il messaggio di Dio mettendo al primo posto la gloria di Dio e non i loro interessi.

E Gesù dice che la caduta dei demoni è poca cosa in confronto alla possibilità di avere i loro nomi scritti nei cieli. Anche noi siamo chiamati ad essere gioiosi non perché abbiamo dei doni straordinari, ma perché abbiamo la possibilità di testimoniare la nostra gioia nel Signore risorto e così poter essere parte del Regno dei cieli. Noi dove abbiamo posto la nostra gioia? Nella testimonianza quotidiana della fede siamo capaci di trasmettere la nostra gioia oppure continuiamo ad essere un po’ malinconici per cui la nostra testimonianza non incide più di tanto?

Bisogna pregare che il Signore ci doni più convinzione nella nostra missione. Il Battesimo ci ha resi figli di Dio e fratelli tra di noi. Bisogna ricordarsi che siamo creati per la pace e non per la guerra, ma anche quando parliamo della pace, portiamo la guerra nel cuore. Che il Signore purifichi il nostro cuore, ci doni la forza del suo Spirito per sostenerci in questo cammino di fede.

Buona domenica a tutti!

P. Sabu