VENERDÌ SANTO

crociE’ un giorno in cui non si celebra la Messa nelle nostre chiese, perché la Chiesa ricorda la morte del suo Sposo e Signore sulla croce. La Croce domina la scena e tutti gli sguardi sono rivolti a questo segno di salvezza, “Quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me”, aveva detto il Maestro. Guardiamo anche noi a Lui per essere redenti dal Suo sacrificio.

La Parola di Dio ci invita a riflettere sulla passione di Cristo e questa lunga lettura,  per qualcuno anche noiosa, per chi crede diventa un racconto d’amore di Dio per l’umanità: racconto di un Dio che non si accontenta di nascere per gli uomini, ma dona la sua vita in una maniera cruenta per portare tutti alla salvezza. Nella sua vita terrena diceva ai suoi discepoli che non c’è amore più grande di dare la vita per gli amici. Consoliamoci! Abbiamo un Dio che ci considera amici così come siamo e non è poca cosa. Ma accogliere questo amore significa impegnarci perché il flusso d’amore, partito dal Suo cuore non si fermi mai e coinvolga tutta la nostra esistenza.

Se impariamo dalla croce, abbiamo speranza nel nostro percorso di fede. Gesù ci invita a prendere la nostra croce ogni giorno e seguirlo. Sa che non saremo mai capaci di amare la croce, infatti non ce lo dice, ma bisogna prenderla perché è il segno della nostra salvezza. Bisogna sempre ricordarsi che non siamo lasciati soli sulla nostra croce, dall’altra parte della croce c’è sempre Lui che rende la nostra croce dolce e leggera.

Sappiamo quanto è difficile per ciascuno di noi l’insegnamento della croce! E allora guardiamo a colui che è stato trafitto per i nostri peccati e con la sua croce ha portato la salvezza per tutti noi. Anche nei momenti in cui non sappiamo spiegarci le croci della nostra vita, proviamo a pensare che il Signore sta portando avanti con la nostra collaborazione il progetto di salvezza per tutti. Non la croce, ma la gloria della risurrezione avrà l’ultima parola nella nostra vita come nella vita del Cristo.

P. Sabu